La toponomastica: da Grumentum a Grumento Novadi Vincenzo Falasca
GrumentumGiacomo Racioppi sostenne, con dotte argomentazioni glottologiche, la derivazione del nome "Grumentum" dall’osco "grama" (pagus, villaggio) + il suffisso del caso obliquo -entos (come Buxentos, Tarentos, ecc.). Il glottologo Giovanni Alessio faceva derivare il nome Grumentum dal latino "grumus"=congeries lapidum (ossia "cumulo di sassi"). L’archeologo Dinu Adamesteanu derivava Grumentum da una radice greca –grum.
SaponariaSecondo Nicolò Ramaglia, il nome "Saponaria" sarebbe stato attribuito al borgo dall’arciprete Donato Leopardo, che lo aveva fondato nel 954, derivandolo dal nome della dea Sapona e dal suo altare, già esistente sul colle all’atto della fondazione (Sapon + ara). Secondo Giuliano Gasca (definizione contenuta nel Dizionario di Toponomastica, Torino, Utet, 1990) ed altri, il nome deriverebbe da sapo-saponis (un’argilla simile al sapone), vocabolo di origine celtica assimilato dalla lingua latina, con l’aggiunta del suffisso -aria. Il Racioppi e il Caputi fanno derivare il nome dal tardolatino sabuum (sabbia) +aeria (aia). Una scoperta ha però fatto pensare a una diversa origine per l'etimologia di Saponaria: recenti scavi infatti, nei pressi della Chiesa Madre, hanno portato alla luce un piccolo Serapeo (tempietto di Serapide), risalente al III - IV secolo d.C. Sarapìon o Serapìon (Serapeo) venivano chiamati i templi dedicati al Dio orientale Serapide. Aeria (aia) era il luogo dove sostavano gli animali da sacrificare al dio. Da Sarapìon + aeria potrebbe essere derivato il nome Saponaria, con la seguente evoluzione linguistica: dal troncamento della sillaba -ra sarebbe scaturito Sapion-aeria e poi con assimilazione della vocale -i (di Sapion) e successiva contrazione del dittongo -ae (di -aeria) si sarebbe giunti a Saponaria. Quest’ultima interpretazione sembra piuttosto convincente.
SaponaraAgli inizi del 1700 cominciò ad affermarsi e a coesistere nei documenti ufficiali, accanto alla dizione "Saponaria", quella di "Saponara", adoperata dal volgo sin dal XV secolo. Nel testo dell’abate Giovan Battista Pacichelli del 1703: Regno di Napoli in prospettiva diviso in dodici Province (alla tavola P. 133), troviamo in testa alla rappresentazione del Comune la dicitura "Saponara". La coesistenza dei due termini perdurò parecchio tempo. In seguito, la versione “Saponara”, cominciò a essere usata anche nei testi letterari, negli atti notarili e negli atti amministrativi, sia dell’Università che dell’apparato burocratico del Regno. Nel 1863, dopo la proclamazione dell’unità d’Italia e la caduta dei Borboni, il Comune, tramite Regio Decreto del 21 aprile 1863, n. 1273, venne denominato Saponara di Grumento.
Grumento NovaNel 1932, durante il regime fascista, in ossequio all’imperante retorica del ritorno ai fasti di Roma, il Comune mutò nuovamente nome, chiamandosi "Grumento Nova". Quest’ultimo e definitivo cambio di nome fu sancito con Regio Decreto del 3 Novembre, n. 1537.
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