Il cinghiale PDF Stampa E-mail
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Il chinghiale

di Silvia Sgrosso

Il Cinghiale
Classe Mammalia
Ordine Artiodattili
Famiglia Suidi
Genere Sus
Specie scrofa

Il cinghiale euroasiatico (Sus scrofa) è, tra i Mammiferi di grandi dimensioni la specie certamente più diffusa nel territorio di Grumento Nova.

Esemplari di cinghiali nel Parco Regionale della Maremma (foto G. Priore)

A partire dagli anni ’70 nella maggior parte dei paesi europei questa specie ha avuto un considerevole incremento in termini quantitativi con una contemporanea espansione del suo areale, ad eccezione della Gran Bretagna in cui il Cinghiale è scomparso verso la fine del XVII secolo (Massei e Genov, 2000).

In Italia il cinghiale ha subito una notevole riduzione del proprio areale a partire dalla fine del XVI secolo, a causa della costante persecuzione da parte dell’uomo. Dopo la seconda guerra mondiale si è potuto assistere ad una crescita del numero di cinghiali ed un ampliamento del suo areale, soprattutto nelle aree montuose ed interne dove la presenza umana era più scarsa. Questo aumento della densità di popolazione è stato ulteriormente favorito dalle numerose immissioni di cinghiali importati da paesi dell’Europa centro-occidentale ed anche da esemplari provenienti da allevamenti di cinghiali ibridati con maiali o con esemplari centro europei. Tutto ciò ha portato l’inquinamento degli ecotipi locali e, in alcune aree, situazioni di sovrappopolamento con conseguenti danni alle attività agricole.

Il cinghiale si adatta a climi ed ambienti molto diversi, pur preferendo le regioni temperate; è diffuso dal nord Europa, all’Africa settentrionale e si è ben adattato in tute le regioni nelle quali è stato introdotto dall’uomo, come l’America latina, l’Australia e la Nuova Zelanda. I boschi di latifoglie che producono ghiande, ricchi di sottobosco, radure e prati, sono gli ambienti che predilige, anche se mostra una notevole capacità di adattamento.
Il cinghiale è un animale robusto con arti e coda relativamente corti; il muso è corto e tozzo nei maschi e più allungato nelle femmine; nei maschi adulti,chiamati verri, i canini risultano molto più sviluppati rispetto alle femmine; anche le dimensioni maggiori del maschio sono uno dei caratteri del dimorfismo sessuale di questa specie. Nonostante la morfologia tozza e robusta questo Suide è in grado di correre, saltare, trottare ed anche nuotare.


Il cinghiale, in quanto onnivoro, utilizza risorse trofiche molto diversificate ed è, inoltre, in grado di variare la propria dieta in relazione alla disponibilità di cibo presente nei diversi ambienti e nelle diverse stagioni. Non essendo in grado di utilizzare in modo efficiente la componente vegetale, questa specie deve integrare la propria alimentazione con proteine animali o con vegetali ad elevato contenuto energetico, quali semi, tuberi, rizomi, ecc.

Come la maggior parte dei mammiferi selvatici è un animale prevalentemente notturno e più facilmente visibile nelle ore crepuscolari anche se non è escluso incontrarlo di giorno.

Come è ben noto il cinghiale ha un’elevata capacità riproduttiva; generalmente si riproduce una sola volta l’anno e nascono 3-5 piccoli anche se, eccezionalmente, sono stati registrati parti di 7-8 piccoli (Massei et al. 1996). L’incrocio tra maiale e cinghiale ha portato ad un aumento del numero dei piccoli ed uno sfasamento del periodo riproduttivo. L’estro delle femmine appartenenti allo stesso gruppo è, come per altri mammiferi, sincronizzato in modo che i piccoli nascono tutti nello stesso periodo. Quello degli accoppiamenti è l’unico periodo in cui i maschi adulti, generalmente solitari, si riuniscono alle femmine ed ai piccoli che, invece, sono animali spiccatamente sociali. I branchi sono essenzialmente femminili e possono essere anche numerosi; sono costituiti da unità familiari spesso imparentate tra loro Nel branco esistono complessi rapporti gerarchici, la femmina più anziana è dominante sulle altre e i piccoli vengono allevati e difesi da tutte le scrofe.
Questa specie è dotata di un notevole repertorio vocale che assieme alla comunicazione olfattiva, grazie alla quale i cinghiali sono in grado di riconoscere i propri conspecifici nei siti di marcatura, rappresentano le principali modalità di comunicazione tra i diversi individui.
La presenza dei cinghiali è spesso causa di conflitto con la categoria degli agricoltori a causa dei danni che questa specie può fare alle colture. Più in generale l’impatto sulla vegetazione è caratterizzato da un particolare comportamento di scavo, denominato grufolio (rooting), che ha lo scopo di cibarsi di tuberi, rizomi, radici ed animali sotterranei. Mentre nei diversi habitat naturali questo comportamento ha effetti diversi che vanno dall’aumento delle specie vegetali presenti (Welander, 1995) ad una diminuzione delle specie appetite a favore di quelle velenose (Bratton et al, 1982) , nel caso delle colture il danno derivante dal prelievo è aggravato dalle attività di scavo che mettono a nudo le radici. Tra le specie coltivate nei paesi europei le colture preferite sembrano essere grano, mais, orzo, avena, riso, girasole, patate, barbabietole e diversi tipi di frutta quali uva, cocomeri ecc.

Come per altri mammiferi lo studio del cinghiale può essere effettuato mediante la ricerca di segni di presenza come orme, escrementi, tracce di scavo (grufolio), insogli (pozze di fango in cui i cinghiali fanno pulizia dai parassiti), grattatoi (tracce di scortecciamento sulle piante), ecc.

A causa dei danni causati alle colture spesso, anche all’interno di aree protette, vengono avviati programmi di abbattimenti, definiti selettivi ma che solo talvolta lo sono, con diverse modalità di cattura e/o uccisione. Purtroppo, bisogna sottolineare che, molto spesso, questi piani di abbattimento non vengono preceduti da adeguati studi sulla densità degli individui in una data area mancando, quindi, delle informazioni necessarie ad una corretta gestione della popolazione.

Attualmente, per quanto riguarda il territorio di Grumento Nova e più in generale della Val d’Agri, non sono disponibili dati scientifici sulla densità di popolazione e sulla distribuzione di questa specie. Ciò che è certo, invece, è che il cinghiale rappresenta, in questo territorio, la principale preda selvatica del lupo e la sua presenza rappresenta un’importante alternativa alla predazione di questo carnivoro sugli animali domestici.

 


 

Bibliografia

  • Bratton S.P., Harmon M.E., White P.S. 1982, Patterns of European Wild Boar rooting in the western Great Smoky Mountains National Park. Castanea 47, pp. 230-242.
  • Massei G., Genov P. 2000, Il Cinghiale. Calderini, Bologna.Massei G., Genov P.V., Staines B.W. 1996. Diet, food availability and reproduction of wild boar in a Mediterranean coastal area. Acta Theriologica, 41: pp. 307-320.

  • Welander, J. 1995, Are wild boar a future threat to the Swedish flora?. Ibex J. Mount. Ecol., 3: pp. 165-167.