La Domus dei mosaicidi Liliana Giardino
La domus con mosaici è uno dei complessi di maggior pregio dell’intera città, e fu probabilmente la residenza di un personaggio molto importante della storia grumentina. La casa è un’abitazione unifamiliare situata a nord del teatro, tra i templi A e B, e fu scavata tra il 1970 e il 1976; occupava un intero isolato della città. A pianta rettangolare (30 x 60 metri), è orientata nord-ovest / sud-est, ovvero perpendicolarmente ai decumani della città, e si affaccia sul decumano centrale, dal quale vi si accede attraverso l’ingresso principale, mentre altri accessi sono presenti lungo i lati nord e sud dell’abitazione. La domus presenta lo schema tipico della casa romana ad atrio e peristilio: sul lato della strada sono presenti dei negozi (tabernae). La metà meridionale presenta in successione ingresso (fauces), atrio con vasca per la raccolta delle acque piovane (impluvium), giardino porticato (peristilio): da quest’ultimo si accede a tre soggiorni – sale da pranzo (triclinia). Nell’atrio è presente una nicchia absidata con le pareti foderate in marmo, e pavimento a mosaico policromo, destinata a ospitare una statua probabilmente connessa al culto degli dei protettori della casa (lararium). Intorno all’atrio si articolano vari ambienti, come le alae, delle camere da letto (cubicula), una piccola sala (oecus) e una latrina. Attraverso un ambiente di passaggio, dall’atrio si raggiunge il peristilio, scoperto, e probabilmente destinato a giardino (viridarium). Dal peristilio si accede a tre triclini, uno in posizione di fondo (sul lato sud-est, e due lungo il lato d’ingresso nord-ovest). Il triclinio sul lato sud-est probabilmente frequentato soprattutto nel periodo estivo, di 9 x 10,40 metri, presentava pareti e soffitto intonacati e dipinti, ed è pavimentato con un mosaico a disegno geometrico bianco e nero, mentre gli altri due triclini, simmetrici, misurano 6 x 6 metri, anch’essi avevano pareti intonacate e dipinte, ed erano pavimentati con mosaici policromi: il vano meridionale presenta un mosaico geometrico, mentre quello settentrionale presenta motivi vegetali. A nord-est dell’atrio altri tre ambienti di rappresentanza sono pavimentati il primo a mosaico bianco con riquadro centrale con marmi intarsiati (opus sectile), il secondo a mosaico nero, il terzo a mosaico bianco con riquadro centrale occupato da una vasca-fontana. La metà settentrionale della casa è costituita da ambienti di piccole dimensioni, con probabili funzioni di camere da letto (cubicula) nell’area nordorientale, da vani di servizio nell’area nordoccidentale: troviamo un vano cucina, un vano adibito a bagno con pavimento a spina di pesce (opus spicatum), e un vano, a sud della cucina e del bagno, che ospitava una vasca che, attraverso un sistema di scorrimento continuo di acqua corrente, era adibita alla conservazione dei cibi. Troviamo inoltre vani destinati a ospitare la servitù e magazzini. Alla zona di servizio della casa si accedeva dal retro, attraverso una strada carrabile. La presenza di numerosi pesi da telaio tra i materiali rinvenuti durante lo scavo fa ipotizzare che in alcuni vani dovessero svolgersi attività di filatura e tessitura della lana. La domus era dotata di un complesso sistema di canalizzazioni per il deflusso delle acque piovane e di scarico, e inoltre era servita dall’acquedotto attraverso un impianto con tubi in piombo (fistulae), alcuni dei quali furono rinvenuti durante lo scavo: uno di essi presenta l’iscrizione E.PERASTV.FE(cit), a indicare il fabbricante e T(iti) STASI CVLI, a indicare probabilmente il proprietario della residenza.
Le fasi del complesso si datano a partire dall’età augustea fino alla metà del IV sec. d.C.: alla fine del I sec. d.C. i vani di servizio, interessati da un crollo, verranno abbandonati e poi frequentati solo marginalmente. Agli inizi del II sec. d.C. si data la realizzazione della casa, su edifici repubblicani, mentre a cavallo tra III e IV sec. d.C. furono effettuati numerosi interventi di restauro e abbellimento, e a questa fase va ascritta la realizzazione dei mosaici. A metà IV sec. d.C. la domus cessa di essere un’abitazione unifamiliare, e sorgono più nuclei abitativi che defunzionalizzano alcuni dei vani di rappresentanza, mentre tra V e VI sec. dovrebbe datarsi l’abbandono definitivo della frequentazione dell’area, in concomitanza con il declino della città.
Copyright testo e immagini (ove non inseriti altri riferimenti) di Liliana Giardino. |