La cinta muraria di Grumentum. Recenti dati archeologici e topograficidi Fiammetta Soriano e Lianka Camerlengo
L’antica città di Grumentum sorge su un basso promontorio di forma allungata alla quota di circa 585 metri sul livello del mare, occupando un'area di circa 300.000 metri quadrati. La scelta del sito non dovette essere casuale, infatti, la vicinanza al fiume Agri, la presenza di terreni fertili e il passaggio di due importanti assi stradali sono tutti elementi che garantiscono alla città una posizione strategicamente ottimale per i commerci, l’economia e per il controllo degli spostamenti militari. La forma allungata e le condizioni orografiche del pianoro determinarono l’impianto urbano della città, la quale, difesa da mura, si articolava su tre terrazze su cui si snodavano vie principali con andamento mord-est/sud-ovest intersecate da assi minori con andamento nord-ovest/sud-est. Le strutture, al momento riportate in luce, fanno intuire la magnificenza che dovette avere la città: si tratta di edifici sia pubblici che privati e tra questi si ricordano i resti dell’anfiteatro (databile al I secolo a.C.) nella terrazza orientale, mentre a sud, nella terrazza centrale, sorgeva il teatro di età augustea (con fasi di vita attestate fino al V secolo d.C.), i resti di due piccoli templi di epoca imperiale e una ricca domus del tipo ad atrio con peristilio (datata dalla fine del I secolo a.C. alla metà del IV secolo d.C.). Al centro di suddetta terrazza, la più alta, sorge il Foro chiuso dalla porticus con resti di due templi sui lati sud e nord (identificati con l'Augusteo - o Cesareo - e il Capitolium) mentre sul lato ovest sorgeva la basilica. Inoltre, a sud e a nord dell’area forense si trovano i resti di due edifici termali (di età repubblicana e imperiale). Queste ultime strutture, cosi come il resto della città, erano servite da un acquedotto, il quale penetrava in città dal versante sud dopo aver percorso circa 5 chilometri di cammino. La città doveva essere cinta da mura con un perimetro di circa 3 chilometri (9859.28 pedes). Della sua esistenza evinciamo qualche indizio dalla tradizione letteraria: Livio (XXII, 31-42) nel racconto della battaglia tra i Romani e i Cartaginesi ne fa un rapido cenno, così come Seneca (Sui benefici III, 23) nell’episodio della guerra Sociale. Altre notizie sulle mura, seppur in maniera marginale, le ricaviamo dalle numerose opere che dal XVII al XXI secolo descrivono la storia e i resti dell’antica città. Delle mura abbiamo inoltre notizie da due iscrizioni: una datata al 57 a.C. (CIL X, 219.) in cui è fatta menzione della costruzione di circa 200 piedi (60 metri circa) e l’altra databile al 51 a.C. (CIL X, 220.) in cui si parla della costruzione di un altro tratto di 1.200 piedi (360 metri circa). Nel corso del 2008, in seguito alla lettura di questi dati, ha avuto inizio un nuovo progetto di ricerca riguardante le mura della città di Grumentum svolto con una ricognizione intorno al ciglio del pianoro. Il sopralluogo ha permesso da un lato di riconoscere i pochi tratti già noti e dall’altro di individuarne di nuovi. In modo particolare a ovest sono stati scoperti dei tratti murari rilevanti, collocati sotto il ciglio del pianoro, che sembrerebbero essere pertinenti a un unico allestimento, di cui si conservano complessivamente circa 80 metri con cortina (solo in alcuni punti) prevalentemente in opera incerta con uno spessore di circa 1,80 metri e un’altezza media conservata di circa 4 metri. Tra le principali caratteristiche tecniche si annovera la presenza, nella parte inferiore di un tratto di muro, di un foro spiegato come canale di scolo, interpretazione suggerita dalla presenza di un’intercapedine alle spalle del circuito murario, riempita da materiale vario, soprattutto ciottoli fluviali. Questo tipo di allestimento parrebbe essere una sorta di vespaio il quale serve ad alleggerire la pressione del terreno retrostante e a consentire il deflusso dell’acqua. Inoltre, nello spessore del nucleo del muro (riscontrabile solo in un tratto) è presente a un’altezza di circa 2,50 metri una canalizzazione che corre parallela all’interno della struttura. I lacerti di mura individuati hanno permesso di confermare il tracciato delle mura, il quale coincide con il bordo superiore del pianoro e di raccogliere dati sull’articolazione strutturale e sulle caratteristiche costruttive che forniscono un’indicazione dell’evoluzione della tecnica edilizia e, di conseguenza, attestano la presenza di diverse fasi. Emerge, ad esempio, come il versante ovest presenti le strutture più rilevanti sia da un punto di vista quantitativo che qualitativo. Probabilmente il miglior stato di conservazione del circuito murario lungo il margine occidentale dipende dalla conformazione geomorfologica, mentre osservando la fronte nord e nord-est si nota una quasi totale assenza di resti murari, spiegabile con l’asperità del pendio il quale poteva servire da difesa naturale. Tali riscontri potrebbero far riflettere sulla possibilità che la città non avesse un circuito murario continuo. Più difficile risulta essere la riflessione riguardo a due elementi strettamente connessi con le mura urbane: le porte e le torri. Di entrambe non sono state raccolte testimonianze archeologiche, ma per le prime si possono ipotizzare degli accessi su basi topografiche: due porte per il passaggio dei carri a Nord e a Sud, e alte tre lungo il versante orientale di cui una nelle vicinanze dell’anfiteatro la quale doveva servire probabilmente per il movimento degli spettatori senza intralciare la viabilità interna. Lungo il versante ovest, invece, vi dovevano essere tre accessi destinati al passaggio dei pedoni (posterule). Per quanto riguarda la presenza delle torri, la loro esistenza è ipotizzabile solo da una epigrafe, ma al momento non è possibile determinarne ne la forma né tanto meno il numero. Dalla nuova lettura delle fonte connesse allo studio dei tratti murari individuati è stato possibile supporre diverse fasi di vita delle mura. Livio afferma che la città nella seconda metà del III sec. a.C. fosse dotata di mura, di cui oggi non rimangono tracce ma che potevano essere o in opera poligonale o lignee come ad Aeclanum. Con sicurezza si può affermare che il tratto murario più antico tra quelli individuati è in opera incerta e la sua costruzione costituì un’opera architettonica di dimensioni notevoli, realizzata da maestranze specializzate e utilizzando i migliori materiali. Per quanto riguarda la datazione delle mura, in questa fase si può proporre un inquadramento cronologico (per confronti stilistici) tra la fine del II sec. a.C e la prima metà del I a.C., ma la datazione può essere ristretta poiché Grumentum fu coinvolta nelle devastazioni della guerra sociale pertanto l’89 a.C. costituirebbe il terminus post quem. Inoltre, si devono tenere in considerazione le due iscrizioni, datate rispettivamente al 57 a.C. e al 51 a.C., importanti perché si riferiscono al rifacimento di alcuni tratti delle mura e costituirebbero pertanto un terminus ante quem. Il circuito murario quindi potrebbe essere stato costruito tra l’89 e il 51 a.C., e un arco di tempo di quasi quarant’anni non è da ritenersi impensabile per l’allestimento di un'opera di tale dimensione, che dovette conferire alla città un aspetto sicuro nonché un valore simbolico di immagine di civiltà urbana.
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