Urbanistica della città di Grumentumdi Liliana Giardino
L’abitato di Grumentum occupava tutto il pianoro sopraelevato indicato con il toponomo “Civita”, ai piedi del quale si stendevano le aree di necropoli. Il centro urbano è compreso entro una cinta muraria (di cui sono visibili alcuni resti) che seguiva il ciglio naturale della collina. I rilievi aerofotogrammetrici (ossia tratti dalle foto aeree) e alcuni saggi di scavo hanno rivelato la presenza di sei porte urbiche, di cui quattro riservate al passaggio dei carri e due più piccole (in latino posterulae) a quello dei pedoni. Nessuna delle porte è stata indagata archeologicamente, ma per tutte sono state individuate con certezza le tracce sul terreno. La più importante delle porte era la cosiddetta “Aquilia”, una porta scea situata sul lato sud, nei pressi della cappella di San Giuseppe. L’impianto urbanistico è caratterizzato da un reticolo di vie che si intersecano ad angolo retto. In direzione Nord-Est/Sud-Ovest si sviluppano tre strade longitudinali (decumani), parallele ai due lati lunghi della cinta muraria, che attraversavano l’intero abitato nella sua lunghezza e sono dislocate sulle tre terrazze naturali del terreno (la centrale in posizione sopraelevata rispetto alle altre due).
Lo studioso Giulio Schmiedt, basandosi unicamente sull’interpretazione delle fotografie aeree, ha individuato un tessuto stradale ortogonale costituito da due soli assi longitudinali Nord-Est/Sud-Ovest, tagliati da una serie di strade trasversali secondo un modulo costante di 60 metri circa; la maglia così creata avrebbe un isolato di base di circa 60 x 100 metri circa. Attraverso una serie di saggi, è possibile ipotizzare l’esistenza di un terzo asse longitudinale, presente sulla terrazza occidentale. Ciascuno dei tre assi è tagliato trasversalmente da strade in direzione Sud-Est/Nord-Ovest (cardini), situate a intervalli regolari di 35 metri, ovvero un actus romano. Tranne l’anfiteatro, tutti gli altri monumenti sono situati a ridosso dell’asse centrale, che era dunque il più importante. La struttura dell’impianto è fortemente condizionata dall’andamento naturale della collina; l’intera superficie misura circa 25 ettari (950 x 240 metri).
Nell’area del teatro, gli scavi hanno documentato che l’orientamento dell’impianto urbanistico, creato nella prima metà del III sec. a.C., quindi probabilmente in concomitanza con la fondazione del centro, fu rispettato fino all’abbandono del centro, databile tra VI e VII sec. Alcuni scavi hanno permesso di notare che al di sotto di due dei tre assi longitudinali di età imperiale (l’asse centrale e quello orientale) sono presenti resti di strade più antiche, di età repubblicana (prima metà del III secolo a.C.). Queste, larghe rispettivamente 5,20 metri e 7,40 metri, presentavano una pavimentazione in ciottoli di fiume, e non avevano i marciapiedi; inoltre, sul lato orientale si conserva una fascia non pavimentata, presumibilmente destinata al deflusso a cielo aperto delle acque piovane. I numerosi assi trasversali, databili agli inizi del II sec. a.C. e orientati Sud-Est/Nord-Ovest, presentano caratteristiche leggermente diverse: erano larghi circa 4 metri e la pavimentazione era costituita da uno strato di terra e pietrisco battuto.
Nella seconda metà del II secolo d.C. fu effettuato un massiccio intervento di risistemazione della rete stradale urbana: le tre strade principali, orientate Nord-Est/Sud-Ovest, e alcune delle strade trasversali furono restaurate con basoli di pietra calcarea di colore grigiastro, accuratamente connessi; la carreggiata è delimitata su ambo i lati da un cordone di blocchi a forma di parallelepipedo (crepidine), sempre in pietra calcarea. Il tessuto stradale imperiale, utilizzato fino al VI secolo, presenta il caratteristico andamento a schiena d’asino; la larghezza degli assi principali è di 4 metri, ai quali si aggiunge lo spessore delle crepidini. Oggi risulta ben visibile per grossi tratti l’asse stradale che corre lungo la terrazza centrale, in vari punti per tutta la sua lunghezza.
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