L’area del Foro le recenti campagne di scavodi Attilio Mastrocinque
Il Foro è una componente fondamentale della città romana: è infatti il fulcro della vita pubblica, un’ampia piazza aperta sulla quale si affacciano i principali edifici amministrativi, religiosi e commerciali. Il Foro di Grumentum ospita già da diversi anni le campagne di scavo dell’Università di Verona, in collaborazione con la Soprintendenza per i Beni Archeologici della Basilicata e il Comune di Grumento Nova. Gli scavi hanno messo in luce una complessa storia edilizia, che consente di ricostruire le diverse fasi di vita di questo complesso monumentale, come ad esempio il rinvenimento, nel 2006, di un tempio rotondo, adiacente al Foro e al tempio D (Capitolium). L’area su cui sorge questa struttura ha conosciuto una lunga continuità di vita, ed è stata frequentata fino all’età medievale e moderna, come dimostrano ceramiche, monete e i resti di un focolare (elementi che indicano la persistenza dell'uso della zona come area di bivacco, forse di pastori). Alcuni saggi di scavo, condotti sul lato Nord-Ovest del tempio C, hanno permesso di individuare un piano pavimentale in battuto molto compatto, che costituiva forse la più antica pavimentazione del Foro, databile in età tardo-ellenistica, poco prima della deduzione della colonia romana o durante la sua prima fase. Gli scavi del 2008 hanno indagato buona parte del podio del tempio circolare ancora visibile oggi come un ampio basamento. Dalle indagini archeologiche risulta che un piano in battuto grossolano ha preceduto la costruzione del tempio. Al di sopra è stata impostata una seconda pavimentazione (completamente asportata in epoca tardoantica in gran parte dell’area circostante l’edificio). Il tempio è un monoptero circondato da un porticato in colonne in laterizio rivestite di stucco. Data la sua posizione centrale nel pianoro, si è ipotizzato che esso potesse rappresentare il mundus della città, ossia un tempio dedicato a una divinità degli inferi, ossia del regno sotterraneo che raggiungevano le anime dopo la morte. Gli scavi nell’ambiente adiacente al tempio C (augusteo), sul lato Sud, hanno individuato varie fasi della vita del monumento, inquadrabili tra il IV secolo a.C. e il V secolo d.C., visibili in questa complessa sequenza di pavimenti, testimonianza della continua attività di manutenzione dell'area:
Notevole è la quantità di reperti provenienti dai vari strati, in particolare molte monete (circa 40) che coprono un arco cronologico dalla fine del I a.C. a tutto il IV d.C., frammenti di lucerne per lo più attribuibili alla prima metà del I d.C. e di terra sigillata africana (in quasi tutti i settori di scavo). Sembra che i lavori di monumentalizzazione dell’area del tempio C, il più antico dell’area del Foro, siano iniziati in epoca augustea, per essere completati sotto Tiberio. Non molto tempo dopo venne costruito il porticato del lato Sud-Ovest della piazza e successivamente il tempio D, il Capitolium. La fine della vita del complesso è databile grazie a una deposizione di due adulti e di un bambino rinvenuta a ridosso del tempio D (augusteo), sul lato Sud, sotto due blocchi di pietra probabilmente provenienti dal basolato romano del Foro. La tomba, entro cui era presente una moneta di un figlio di Costantino, permette di datare alla seconda metà del IV secolo o qualche tempo dopo la fine della vita politica del Foro cittadino e la sconsacrazione del tempio C. L’indagine archeologica condotta al di sotto del tempio D (Capitolium) ha rivelato le strutture precedenti, demolite per la costruzione dell’edificio intorno alla metà del I sec. d.C. Dietro il lato posteriore del podio è emersa anche la parte finale di un edificio quadrangolare che finisce in forma quasi circolare, riconosciuta come fontana. Verosimilmente quando questa fu rasa al suolo, ne fu costruita un’altra, sul lato Nord del tempio C, di cui si vedono ancora i resti. Tali scavi hanno inoltre messo in luce una complessa sequenza di pavimentazioni battute che hanno preceduto la pavimentazione lapidea del Foro, databile in età tiberiana o, al più tardi, claudia. Si sono eseguiti saggi di scavo a ridosso delle parti superstiti della pavimentazione del Foro, al fine di intercettare le stratigrafie relative alle sue fasi di vita. La prima sistemazione della piazza è costituita da una pavimentazione in battuto in ciottoli, frammenti ceramici e terra, databile nell’ambito della prima metà del I secolo a.C. Nel corso della seconda metà del I secolo a.C. questo battuto è stato sostituito da una pavimentazione in malta, la quale precedette la creazione dello stilobate del portico, che la taglia. Successivamente, in età augustea, viene realizzato il portico e una nuova pavimentazione della piazza, costituita da un battuto in malta. L’attuale lastricato, costituito da blocchi in pietre calcaree, presenta una cronologia approssimativa all'età tiberiana o poco dopo, in sincronia con il rifacimento del portico, che assunse l'aspetto di cui restano le tracce visibili attualmente. Probabilmente in questa fase viene realizzata anche una struttura, interpretabile come cisterna, o vasca sotterranea, funzionale al sistema di smaltimento delle acque. La campagna del 2009 ha permesso di portare in luce due basamenti posti davanti al tempio D (Capitolium), nell’angolo Sud-Est, probabilmente destinati a sorreggere statue onorifiche. L’ambiente a ridosso del tempio C (augusteo), sul lato Sud, ha restituito una ricca quantità di materiali. È possibile che un evento sismico, o un altro fenomeno circoscritto nel tempo, abbia fatto crollare a pezzi l’intonaco affrescato, che è stato rinvenuto prevalentemente con la superficie rivolta verso il basso. Nel medesimo strato sono rimaste moltissime parti di animali macellate, pronte per la cottura, oltre che altri resti di pasto. Si tratta di ossa di bovino, pecora, maiale, gallo e altri uccelli, coniglio e lepre, chiocciole, molluschi marini, pesci e altri animali ancora. Non è chiara la natura dell’evento legato a questa grande quantità di ossa. È possibile che si tratti di resti di una festa di carattere religioso, visto che provengono dai pressi di un tempio. Sono state trovate molte coppe, bicchieri, anfore vinarie, vasi e piatti, che completano il panorama. In conclusione, dalle indagini finora eseguite dalla missione condotta dall’Università di Verona risulta che il Foro fu dotato di pavimentazione all’incirca in età cesariana. In età augustea si iniziò la monumentalizzazione dell’area, con l’inizio dei lavori al tempio C, l’augusteo, e con la realizzazione di un primo porticato con colonne. Il maggiore sforzo nella monumentalizzazione dell’area fu dovuto a un progetto realizzato in età tiberiana e poi completato con il tempio C (Capitolium) in età claudia (al massimo neroniana). Sotto Traiano si ebbe un’altra fase di rinnovamento, con la nuova pavimentazione del decumano, che attraversa anche il Foro. Il II e il III secolo non registrano alcun fervore di attività e non hanno fornito molti materiali, mentre una ripresa, anche se in tono minore e senza pretese artistiche, si ebbe tra l’epoca dei Tetrarchi e quella di Costantino. Nel IV secolo si devono essere verificati il crollo dei templi e il deterioramento del selciato della piazza. Seguirono le spoliazioni, soprattutto nel V secolo, e il crollo del portico segnò una battuta d’arresto nella vita pubblica del Foro. Le recenti indagini sui materiali medievali hanno permesso di delineare una nuova ricostruzione della vita della città, che sembra protrarsi fino all’VIII secolo con una buona attività di importazione di materiali.
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